il Goji nutre corpo e spirito

il Goji nutre corpo e spirito

22.06.13 18:23

Parlare di Goji significa esplorare un’interessante tradizione millenaria; utilizzato da sempre nella Medicina Tradizionale Cinese ci sono tracce del suo utilizzo addirittura 4500 anni fa.



Shen Nung: il contadino divino

Il sovrano cinese Shen Nung (che tradotto significa letteralmente “contadino divino”) , considerato il primo classificatore e catalogatore botanico della storia, si occupava del Goji già 2600 anni fa e lo considerava un portentoso medicamento.
Nel suo trattato medico, il Pen Ts’ao Ching, affermava che “le bacche di Goji nutrono e rinforzano il corpo, donano forza e vitalità, aiutano il flusso dei liquidi corporei, calmano lo spirito e rinforzano e rigenerano la pelle e gli occhi”.
In un altro scritto di Medicina Cinese ritroviamo anche che “la bacca di Goji è rinfrescante per gli occhi e rischiara lo sguardo”. Un portentoso antinfiammatorio, perciò.

Il pozzo della giovinezza
La leggenda vuole che alcuni monaci tibetani si dissetassero bevendo l’acqua di un pozzo in cui da lungo tempo lasciava cadere i suoi frutti rossi un albero dalla chioma fluente davvero speciale e che, proprio grazie a quest’acqua magica, più longeva e serena fu la loro esistenza terrena.
La loro vita media si aggirava intorno agli 80 anni e non ebbero mai neanche un capello bianco!
L’albero era proprio quello del Goji.
Il poeta Liu Yuxi (772-842 d.C.) in un suo componimento tratto dal Ben Cao (la farmacia dell’Imperatore) intitolato “il pozzo della giovinezza” recitava:

un fresco pozzo era dietro il Tempio del monaco,
una limpida sorgente alimentava il pozzo e aveva un grande potere,
foglie verde smeraldo crescevano sui muri,
le bacche rosso intenso brillavano come il rame,
i fiorenti rami come bastoni da passeggio,
la vecchia radice con la forma di un cane augura la buona sorte,
il Goji nutre corpo e spirito,
bere dal pozzo e godere di una lunga vita




L’incredibile Li Chung Yun

L’erborista e monaco taoista Li Chung Yun (1677-1933) visse ben 256 anni. Il suo segreto?
Camminava molto alla ricerca di erbe preziose, si alimentava con cibi semplici e amava mangiare ogni giorno, durante le sue lunghe passeggiate, delle magnifiche drupe rosse cadute da un albero spontaneo; l’albero del Lycium Barbarum.
Riuscì, così, a mantenere un fisico snello ed agile ed uno spirito acuto fino all’ultimo dei suoi giorni.
Nel compimento del suo 256° compleanno, durante una festa in suo onore, abbandonò i commensali dicendo:
-In questo mondo ho fatto tutto quanto potevo fare. Adesso ritorno a casa-
Morì quella sera stessa ed il New York Times ed il London Times dedicarono un trafiletto alla scomparsa di questo straordinario e longevo monaco.

L’arrivo del Goji in Europa
Fu il duca scozzese di Argyll a far arrivare in Europa, in Gran Bretagna, il Goji e conscio delle sue qualità e potenzialità decise di “accaparrarsene” anche la scoperta diffondendolo col nome di Duke of Argyll’s Teaplant (albero del thè del duca di Argyll).
Perché fu chiamato albero del Thè?
Perché venne portato in Europa su casse di legno originariamente costruite per il thè, ma che ben presto dovettero lasciare il posto anche a questo super-frutto.

Si potrebbe parlare e narrare ancora per molto perchè la storia e la tradizione ci regalano tantissimi aneddoti e curiosità sul Lycium Barbarum e ci dicono quanto prezioso sia e da quali lontani tempi provenga, ma fermiamoci solo un secondo a riflettere sulla possibilità dataci oggi di apprezzare un frutto millenario.


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