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00052_RM_Susan
Post: 1 | Ultima volta online: 14.06.14
avatar
Nome /Cognome
Susan/Menaldo
Data di nascita
21. Febbraio 1977
Hobby
scrittura, lettura, pittura, sport all'aria aperta, Naturopatia
Luogo di coltivazione
Cerveteri
Registrato il:
11.04.13
Blog degli utenti
Sesso
Donna
Luogo e indirizzo di consegna delle piante via CAP comune provincia
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Posizione del luogo di coltivazione
collina
Recapito telefonico per la consegna
Nessuna indicazione
Altitudine
0300 m
Quantità di luce
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Esposizione solare
Nessuna indicazione
Ore di sole
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Coltivazione in
Piante in vaso
Se in vaso
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    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "TUTTA COLPA DELLO STRESS!" nel blog. 27.05.14

      UN PASSO ALLA VOLTA: COS’E’ LO STRESS?
      A darne una definizione fu per la prima volta il medico austriaco Hans Selye nel 1936 e la definizione che diede sottolineava come lo stress fosse una sindrome generale di adattamento ad uno stressor, cioè ad una sollecitazione.
      Ecco che scopriamo degli elementi fondamentali che ci aiutano a capire quale nemico potremmo incontrare: lo stress è una sindrome, cioè uno stato di malessere le cui caratteristiche possono essere a volte nebulose e senza specifiche caratteristiche ed è una reazione del nostro corpo ad uno stressor.

      "DICESI" STRESSOR…
      Con questo termine si fa riferimento ad uno sforzo, ad una tensione di un materiale oppure di un organismo.
      In situazioni particolari, anormali, ma del tutto soggettive, un individuo si scontrerà facilmente con un fattore stressor ed avrà la reazione di adattamento definita stress.
      Insisto sulla soggettività della situazione perché ciò che per una persona può essere un fattore disarmante o innaturale per me può non avere lo stesso effetto.
      Un forte rumore, una finestra che sbatte ad esempio, per me può essere un elemento stressante.
      Sentire quel rumore d’improvviso mentre sono persa in pensieri o faccende sicuramente mi riscuoterà bruscamente, sarà un evento stressante e questo recherà con sé effetti di riassestamento dell’organismo, ma potrebbe anche non avere alcun effetto perché magari accade molto spesso a casa mia e me ne sono ormai abituata. Per me non sarà stress.
      Un licenziamento, una grave perdita, un incidente, un sovraccarico di lavoro ad esempio, sarebbero, motivi di indubbio stress per chiunque.



      LO STRESS IN 3 FASI
      L’organismo si scontra prepotentemente con un fattore stressante ed innesca delle risposte difensive in 3 fasi distinte:
      1- ALLARME il nostro corpo sente una specie di campanello d’allarme e riconosce come nuova e sconvolgente una situazione.
      Che sta succedendo? Sembra chiedersi.
      2 - RESISTENZA tenta immediatamente una forma di difesa ed imbastisce una giusta reazione.
      Ok, ed ora che faccio? Il mio corpo si “rimbocca le maniche”.
      3 – ESAURIMENTO E RECUPERO l’evento è cessato, l’organismo torna in assetto di tranquillità e normalità e recupera pian piano le energie psico-fisiche perse e spese.
      Bene bene, tutto è tornato a posto…
      Fin qui tutto chiaro?
      Lo stress è una normale reazione ad un’anormale situazione pur piccola che sia; il nostro corpo risponde in maniera immediata ed attua delle misure di sopravvivenza.

      QUANDO LO STRESS NON E’ SALUTARE?
      Quando la fase di resistenza dura troppo a lungo fino a giungere alla cronicizzazione dell’evento stressante ed alla ripetizione delle sensazioni psicologiche e fisiche percepite. Da qui lo stress può correre fino alla patologia.
      Lo stress può essere fisiologico, ma può anche diventare cronico ed arrivare a turbare la delicata sfera psicosomatica.

      LO STRESS MI FA DIMAGRIRE…
      Una ricerca del 2012 condotta dal Prof. R. Duman dell’università di Yale e pubblicata su “Nature Medicine” ha dimostrato come un cervello sottoposto a stress ripetuto abbia una perdita reale di connessioni neurali ed un incredibile calo di peso a causa di una specie di “interruttore genetico”.
      Quest’interruttore spegnerebbe specifici geni necessari alla formazione di sinapsi tra neuroni (cellule del tessuto nervoso) provocando così la perdita di massa cerebrale.
      Vale a dire perdita di memoria e calo di emozioni nei soggetti depressi ed in quelli soggetti a stress continui.
      Il colpevole sembrerebbe essere il fattore di trascrizione GATA1 che, se individuato, potrebbe riuscire a diagnosticare per tempo la depressione.

      COME PREVENIRE E COMBATTERE LO STRESS (REALE) IN MODO NATURALE
      Solito elenco (): una sana attività fisica seppur moderata, sedute di meditazione (utile andare a cercare dei tutorial su YouTube), apprendere qualche "mossa" di training autogeno per guardare con serenità alla situazione e ritrovare la calma, “studiare” la nostra preoccupazione sotto un’ottica di problem solving (qual è il problema, quante le possibili soluzioni e quali i risultati), avvicinarsi ad un metodo dolce di autoaiuto come la Floriterapia condotta da consulenti Bach Foundation Registered Practitioner (BFRP) che troveranno insieme a noi un fiore adatto alla nostra personalità unica ed al nostro problema specifico, tentare di guardare al fattore stressante con tutta l’oggettività possibile, provare a circondarsi di persone possibilmente positive e propositive ed adottare una alimentazione che comprenda principalmente: vitamine del gruppo B, flavonoidi dalle proprietà rilassanti (es. la cioccolata fondente che contiene anche Feniletilamina euforizzante ed inoltre porta alla secrezione di endorfine del benessere), carboidrati complessi (che aiutano la produzione di Serotonina, neurotrasmettitore del buon umore), acido folico (es. semi di girasole), sostanze che combattono la secrezione di cortisolo liberato dallo stress (es. i mirtilli), gli Omega-3 (aumento della serotonina, abbassamento del cortisolo e dell’adrenalina), magnesio (che calma anche la pressione sanguigna che “stritola” il cervello con l’emicrania).
      Allora via libera a: cavolfiori, spinaci, noci, avena, semi, polline come ricostituente, pinoli, frutta secca in genere, mirtilli e….Goji!

      STRESS, FATTI DA PARTE!
      Il Goji è una fonte di cibo tra le più nutrienti al mondo ed è indubbiamente un eccellente adattogeno contro lo stress contiene, infatti, riserve preziose di: Flavonoidi (anche conosciuti come vitamina P), vitamine B1 Tiamina, B2 Riboflavina, B3 Niacina, B5 acido pantotenico, magnesio (dai 109 ai 130 mg in 100 gr di Goji), il Cromo (0,03-0,08 mg in 100 gr), lo Zinco (1,8-2 mg per 100 gr), il Manganese che partecipa alla produzione di Noradrenalina (1-1,3 mg), il Triptofano (come la Noradrenalina altro ormone “della felicità”)…
      Una manciata di bacche di goji può essere un ottimo spuntino per contrastare lo stress oltre che per rispondere ad un improvvisa "voglia di qualcosa di dolce"!

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Una vita lunga come il cielo e la terra" nel blog. 23.02.14

      Un buon piatto di zuppa di Goji

      Abbiamo già accennato alla leggenda del monaco cinese taoista Li Chung Yun morto alla più che veneranda età di 256 anni e la cui morte meritò un trafiletto sul New York time e sul Time nel 1933, ma vale la pena di parlarne ancora (ma brevemente, prometto!).
      Li dichiarava di avere 174 anni, ma fu smentito da un professore universitario (Wu Chung-Chien della Minkuo University) che, registri anagrafici alla mano, dimostrò che la nascita del monaco risaliva al 1677.
      Perciò, incredibilmente, Li Chung Yun non aveva 174 anni, ma ben 256!
      Ebbe 23 mogli che gli furono accanto una media di 11 anni ogniuna (!) e 180 discendenti.
      Quando gli chiesero il segreto della sua longevità disse:
      - Un cuore calmo, sedersi come una tartaruga e dormire come un cane-
      La pratica quotidiana di arti marziali dolci, la ricerca instancabile di erbe da catalogare e di cui nutrirsi, lunghe camminate, delle radici di Ginseng da sgranocchiare, una zuppa di Goji a riscaldarlo, furono alla base di una vita lunga e felice, alla base della salute e lucidità mentale e fisica con cui riuscì ad affrontare ogni attimo della sua esistenza.



      Vi ho già raccontato l’aneddoto del negozio di erbe Bao Shou? Nooo?!
      Il negozio cinese Bao Shou creò una miscela portentosa, un elisir di Goji la cui ricetta passò poi di mano in mano e di tempo in tempo.
      Si racconta che nel paesino di Yi Shi, un vecchio signore seguì specularmente la ricetta, bevve ogni giorno l’elisir fatto e…visse più di 100 anni.
      Non solo, la leggenda giunge a noi raccontandoci di una velocità nel camminare divenuta incredibile e di capelli che improvvisamente tornarono fulvi.
      L'utilizzo del Goji come ingrediente di medicamenti portentosi, in realtà, non era una novità.
      Libri di medicina cinese tra il ‘500 ed il ‘600 citavano il Goji in forma di pillole come rimedio per reni debilitati e la Medicina Tradizionale Cinese contemplava il lycium Barbarum come sostanza curativa da sempre.
      Il primo documento occidentale ad occuparsi del Lycium Barbarum sarà, invece, lo "Species Platarum" di Linneo nel 1753.



      La giovin signora ed il povero vecchio…
      Altra straordinaria leggenda narra di un mercante che, sulla via della seta, durante il suo estenuante viaggio si fermò in una locanda a riposare ed incontrò una giovane signora che cambiò la sua vita.
      Il periodo era quello della dinastia Tang (618-907 d.C.); il commercio di beni preziosi, l’avventura ed il desiderio di scoperta pulsavano lungo tutti gli 8.000 km che costellavano l’impero cinese e quello romano.
      Sembra fosse Cesare di ritorno dall’Anatolia, per primo, a dare il via al commercio lungo questa via riportando con sé dal suo peregrinare delle bandiere di pura seta ed accendendo, così, la sete di ricchezza e conquista.
      Ma torniamo a noi…
      Il mercante vide la proprietaria della locanda, una giovane signora, rimproverare ed aggredire un povero vecchio e le chiese il perché di quel gesto insensato.
      Gli fu risposto che stava solo impartendo un po’ di disciplina al pronipote.
      Il mercante e gli altri astanti rimasero esterrefatti: com’era possibile che quell’anziano fosse il pronipote della giovane?
      La spiegazione fu presto detta: la signora aveva ben 300 anni e stava sgridando il nipote perché aveva rifiutato di prendere un’erba “magica” e così aveva cominciato ad invecchiare!
      Il mercante le chiese incuriosito di quale erba si trattasse e la signora rispose così:
      - Questa erba ha 5 nomi. Si prende una parte diversa della pianta ogni stagione. In primavera si prendono le sue foglie, che sono conosciute come l’erba dell’essenza del cielo. In estate si prendono i suoi fiori, che sono conosciuti come l’erba della longevità. In autunno si predono i suoi frutti, che sono conosciuti come Goji. In inverno si prende la corteccia delle sue radici, che è conosciuta come la pelle e le ossa della terra, o il bastone delle divinità. Prendendo queste quattro parti nelle quattro stagioni rispettivamente, vi darà una vita lunga come il cielo e la terra.-

      Come prendersi il merito di una scoperta e vivere felici ovvero The Duke of Argyll’s teaplant

      Nel 1730, in Inghilterra, Archibald Campbell, III duca di Argyll e fondatore della Banca Reale di Scozia, ricevette due doni: una Camellia Sinensis ed un Lycium Barbarum.
      Di quest’ultimo assunse la “paternità” (ma la leggenda racconta che confuse tutta la vita i nomi delle due specie) e fece in modo che venisse conosciuto come Duke of Argyll’s tea plant.
      A tutt’oggi il Goji decora molte case sotto forma di siepe e cresce spontaneamente in molte parti del Regno Unito con enorme soddisfazione dei molti volatili che vi si avventano!
      Spesso è conosciuto con il nome di Wolfberry (bacca del lupo) nella convinzione che il termine Lycium derivi da Lycos (lupo).
      Per garantire la cura e la continuità della specie è stato necessario, da parte del Dipartimento inglese per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari rurali, creare un progetto nel 2003 poi rivisto e consolidato nel 2006, che desse maggiore e ritrovato valore a questo frutto leggendario.

      Anche in Italia e più precisamente in Trentino, Friuli e Veneto, il Goji viene utilizzato come splendida pianta frangivento (e prende il nome di Santa Spina di Barberia).

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Il superfrutto del Goji nei testi millenari di medicina Cinese" nel blog. 03.01.14

      Ma cos’è una “Medicina Tradizionale”?
      Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Medicina Tradizionale è:
      “l’insieme di tutte le conoscenze, l’utilizzo di sostanze, di misure e di pratiche spiegabili e non, basate sulle fondamenta socio-culturali e religiose di una specifica comunità, che si appoggiano esclusivamente sulle esperienze vissute e le osservazioni trasmesse di generazione in generazione, oralmente e per scritto, ed utilizzate per diagnosticare, prevenire o eliminare un disequilibrio del benessere fisico, mentale e sociale”.
      Le medicine tradizionali ufficialmente riconosciute dall'OMS sono quella Ayurvedica e quella Cinese che affondano le proprie radici in una storia millenaria; un percorso cognitivo/pratico secolare, la cui ampiezza ne avvalora pertanto l'efficacia e la sicurezza d’uso.
      Da notare che il 25% dei principi attivi presenti attualmente nei farmaci allopatici sono costituiti da erbe che millenni fa erano già utilizzati nelle medicine più antiche.
      Sono sistemi terapeutici che si interessano all'uomo non solo considerando i sintomi patologici più evidenti e la parte “fisica” e materiale di questi, ma si interessano anche e soprattutto dell'aspetto psico-sociale, allo stato d'animo anche precedente al subentro della malattia, alle emozioni provate ed al rapporto uomo/ambiente.




      Medicina Tradizionale Vs Medicina convenzionale
      Le medicine tradizionali guardano non direttamente alla malattia, come accade nella medicina ufficiale Allopatica, ma al malato e la malattia, pertanto, viene vista come conseguenza di una disarmonia spirituale che può essere frenata se non prevenuta.
      L'uomo viene studiato nella sua interezza, nella sua individualità, nella sua complessità del tutto soggettiva.
      La malattia, allora, rappresenta uno squilibrio di energia, uno squilibrio del qi che scorre incessantemente lungo Meridiani invisibili nel corpo umano e riguarda primariamente i nostri corpi sottili (una sorta di strati, di controparti del nostro fisico).
      Solo curando i corpi sottili potremo impedire alla malattia di arrivare ad intaccare il fisico.
      La medicina ufficiale e convenzionale interviene proprio in questo momento; cioè quando la malattia si è resa ormai manifesta ed i sintomi sono evidenti.
      Fondamentale, per le Medicine Naturali, è la Vis Medicatrix, la capacità di autoguarigione propria del nostro organismo e quindi la consapevolezza e la collaborazione del paziente sarà parte integrante della cura.
      Certamente sarebbe costruttiva un'interazione e collaborazione tra medicina allopatica e quella tradizionale per dare completezza di diagnosi e terapia al malato.



      La famigerata Medicina Tradizionale Cinese (MTC)
      E' la medicina a noi giunta più antica e consta di un grande assortimento di possibilità, competenze, conoscenze che impiegano anni per essere interamente comprese dal medico.
      Tecniche diagnostiche complesse (studio dei polsi, della cute, degli occhi, dell'odore, della lingua), esercizi che coinvolgono anche il terapeuta (Qi Gong, Tai Chi Chuan), massaggi (Tuina), metodiche di cura (Agopuntura, Moxibustione con sigari di Artemisia, Coppettazione), terapie spirituali (come la meditazione), una dietetica specifica (che considera 5 sapori fondamentali), divinazione (I Ching), prescrizione di sostanze naturali minerali, vegetali ed animali; la MTC rappresenta un'alternativa o un'integrazione efficace alla medicina ufficiale.
      Nella MTC fondamentale è il concetto di Ying e Yang rappresentati dall'immagine circolare divisa in una metà bianca (lo yang) ed in quella nera (Yin), il cosiddetto Taijitu, a significare la perpetua compenetrazione e fusione degli opposti complementari: il bianco e nero, la parte femminile e quella maschile, il buio e la luce, il bene ed il male, caldo e freddo, interno ed esterno.
      Altro concetto importante quello delle fasi e movimenti che legano l'uomo, le sue reazioni, le sue sensazioni e disturbi all'universo e sono: il legno, il metallo, l'acqua, il fuoco, la terra.


      Millenni fa la Medicina Tradizionale Cinese consigliava il Goji come toccasana
      2600 anni fa il sovrano Shen Nung, padre della Medicina Cinese, nella sua opera “Pen Ts’ao Ching”, una delle prime testimonianze scritte fitoterapiche, diceva che:
      Le bacche di Goji nutrono e rinforzano il corpo donando forza e vitalità, aiutano il flusso dei liquidi corporei, calmano lo spirito, rinfrescano e rigenerano la pelle e gli occhi”.
      Nello “Shennong Ben Cao Jing”, I sec. a.C. si legge:
      “Il Lycium tonifica il Jing e il qi e rafforza lo Yin Tao
      e cioè rinforza il respiro, l’energia vitale e dà la capacità di compiere sforzi fisici.
      In un'altra traccia di MTC vi si dice che:
      la bacca di Goji rinfresca gli occhi e rischiara lo sguardo
      Effettivamente è proprio così; la presenza chimica, tra i suoi componenti, di Luteina, Zeaxantina e Betacarotene conferma questa tesi perché questi importanti Carotenoidi aiutano a prevenire la degenerazione maculare, ad assorbire radiazioni luminose dannose per la retina ed a contrastare stati infiammatori ed irritativi contribuendo alla salute dei nostri occhi.
      Durante la dinastia Ming, nel “Ben Cao Gang Mu” il medico Li Shi-Zhen sosteneva che:
      “Prendere la bacca di goji regolarmente può regolare il flusso di energia vitale e di rafforzare il fisico, che può portare alla longevità.”

      e curiosamente narra poi che…

      ... ma questa è un’altra storia e mi riservo di raccontarvela la prossima volta!

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Il Goji e l'esercito immunitario" nel blog. 22.11.13

      “Al mio segnale scatenate l’inferno!”
      (da “Il Gladiatore” di R.Scott)

      Immaginiamo un esercito di soldati forti e coraggiosi, uniti da ideali comuni: il benessere, la salute, la serenità.
      Questi soldati sono in grado naturalmente di distinguere il nemico potenzialmente pericoloso e da attaccare immediatamente, da quello innocuo da cui difendersi semplicemente proteggendo e preservando uno stato di cose, un territorio.
      Alcuni nemici saranno particolarmente tenaci e riusciranno a valicare barriere apparentemente inespugnabili, altri si dovranno scontrare con difese forti e solide e non riusciranno ad andare oltre.
      I nostri valorosi soldati, perciò, impareranno direttamente sul campo le regole della guerra e della sopravvivenza, sapranno riconoscere strategie ed armi viste precedentemente, far tesoro dei propri errori e diventare ancora più forti grazie a conoscenza e consapevolezza.
      Tornando con i piedi per terra, i soldati di cui ho parlato altri non sono che i Globuli Bianchi, i Linfociti, circolanti nel sistema linfatico con origine nel midollo osseo.
      I Linfociti vengono letteralmente scagliati dal sistema immunitario, come soldati, contro gli Antigeni, i nostri nemici patologici.



      Il sistema immunitario

      Il sistema immunitario è una complessa rete difensiva costituita da elementi innati ed altri acquisiti.
      Quelli congeniti (un esempio sono le cellule Fagociti, in grado di estroflettere la propria membrana ed inglobare l’invasore per poi eliminarlo) sono sistemi difensivi che abbiamo naturalmente dalla nascita e che spontaneamente si attivano contro ogni genere di invasore.
      I sistemi acquisiti (come i Linfociti B e T), invece, fanno parte di un sistema difensivo ancora più specializzato; si scontrano contro nemici specifici, che sono in grado di riconoscere grazie all’esperienza ed alla loro memoria immunologica.
      Questa loro capacità gli consente di “riarrangiarsi geneticamente” e li mette in grado di bloccare prontamente l’invasore già alla porta d’ingresso avendolo riconosciuto (questo è il meccanismo alla base della vaccinazione; come dire so chi sei e so come combatterti).
      L’antigene, il nemico invasore, pertanto verrà riconosciuto dal Linfocita specializzato e, come in un meccanismo di chiave/serratura definito Immunocomplesso, questo porterà allo sblocco ed alla secrezione dell’anticorpo specifico che lo neutralizzerà.
      Queste due categorie difensive, congenita ed acquisita, sono le fondamenta del complesso sistema immunologico dell’uomo.

      Torniamo a noi... la prevenzione stagionale

      Chiaramente sarà fondamentale adottare alcuni accorgimenti che garantiranno di superare quasi indenni gli assalti delle patologie invernali e cercare di mantenere in salute il nostro sistema immunitario.
      Quali sono questi accorgimenti?
      Un adeguato numero di ore di sonno (già sentita questa?!), coprirsi sufficientemente (evitando, però, di barricare il nostro corpo dietro una muraglia invalicabile di lana, ma lasciando che respiri), lavare spesso le mani ed evitare posti affollati (per quanto possibile), aiutarsi con rimedi naturali quali tisane o decotti a base di Finocchio, limone, Malva, Tiglio, Echinacea, Uncaria, Rhodiola, Rosa Canina, Aloe vera, Papaya, Goji.
      Fare suffumigi con eucaliptolo, menta, bicarbonato o sale grosso (possiamo anche lasciare che i vapori si spandano in camera nostra mentre dormiamo), annusare 2 gocce di olio essenziale di TeaTree sul fazzoletto che usiamo.
      Integrare l’alimentazione con arance, sedano, carote, broccoli ed in particolare cibi che contengano tanta vitamina C.



      Il Goji aiuta a rinforzare il sistema immunitario

      Studi condotti tra il 1982 ed il 1985, nell’Università cinese del Ningxia, dimostrarono un aumento nel quantitativo di globuli bianchi nonché una forza di annientamento maggiore da parte dei fagociti grazie all’assunzione del Goji.
      Altra conferma venne da uno studio del 1994 in cui 50 individui assunsero 50 gr di bacche al giorno.
      Si riuscì a dimostrare ancora una volta l’incremento del numero di globuli bianchi, di linfociti B e T nel sangue.
      Ad accentuare le capacità immunodifensive del Goji sono i Polisaccaridi ed i Carotenoidi, in particolare la Beta-Criptoxantyna, la Luteina e l’Alfa-Carotene.
      Tra gli aminoacidi ad avere un ruolo difensivo ci sono, nello specifico, la L-Arginina e la Glutammina.
      Da non dimenticare anche la presenza di un derivato naturale della Vitamina C (AA-2BG) con un potenziale immunodifensivo ed antiossidante maggiore di quello dell’arancia.
      Il Goji si dimostra, quindi, un eccellente alimento atto a prevenire e combattere i malanni stagionali rinforzando e sostenendo il sistema immunitario.

      E se tutto questo non bastasse…

      Possiamo sempre seguire la saggia regola delle 3 L dataci dalle nostre nonne e cioè, all’occorrenza, Lana, Letto e Latte!

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Notizie curiose: la misurazione di Bovis ed il Goji" nel blog. 18.10.13

      Col solo tocco delle mani il Dottor Bovis riusciva a saggiare la bontà di un formaggio…Mah!
      Ebbene sì, il francese Andrè Bovis (1871-1971) radioestesista, inventore e uomo ipersensibile era in grado, imponendo le mani, di valutare la bontà o meno di un alimento come il formaggio oppure di un vino all’interno della botte, senza assaggiarli, ma solo con un’assoluta concentrazione e con il tatto.
      Fu la collaborazione con il collega Andrè Simoneton a dare vita al regolo di Bovis poi definito negli anni ’70 Biometro dalla geobiologa svizzera Blanche Merz.

      Il regolo di Monsieur Bovis
      Questo strumento sembrerebbe essere in grado da oltre 100 anni, attraverso tecniche radioestesiche, di scoprire il grado di bontà, come già detto, di alcuni alimenti e bevande, ma anche il grado di energia fisica, psichica e spirituale di un uomo, di luoghi di culto, di zone geologiche, di edifici.
      Gli elementi costituenti questo radiografo sono: una scatola, una coppa in cui depositare l’oggetto da valutare e poggiata su un cursore, inizialmente fermo sul grado zero e che spostandosi indicherà il grado di Bovis ottenuto, una scala graduata con valori di mille in mille (con un centro definito neutro ed accanto valori inferiori o superiori a questo) ed un pendolo.
      Poggiando l’oggetto sulla coppa questo verrà fatto muovere insieme al cursore finchè il pendolo non indicherà la fine della corsa ed il raggiungimento del grado di interesse, nonché la lunghezza d’onda corrispondente e misurabile in Ångström.
      Questo sarà il grado Bovis dell’oggetto o BEU (Bovis Energy Unit).
      Collegando la coppa ad un filo e questo alla punta del pollice di un individuo ne potremo scoprire il grado di energia fisica, le radiazioni emesse e collegandolo al polpastrello del pollice ne otterremo quella psichica.
      Tale misurazione sembra possibile anche su di una goccia di sangue.
      Nell’uomo il valore ottenuto di solito e normalmente si aggira sui 6.500-7.000 gradi Bovis, valori più bassi indicano squilibri energetici fino ad arrivare a vere e proprie patologie (4.000 unità Bovis circa).
      Ogni elemento, soggetto, luogo che abbia valori superiori a 6.500 sarà da considerare positivo e salutare; inferiore a questo sarà invece malsano e negativo .
      Molto interessante, no?

      La Radioestesia, cos’è un nuovo gruppo musicale?!
      No, si tratta di una tecnica millenaria, definita anche Rabdomanzia, non riconosciuta dalla comunità scientifica perché convinta della sua inefficacia ed irrazionalità, che si avvale della presenza fattiva di un soggetto con capacità sensitive e sensibili ed uno strumento come una verga, una bacchetta biforcuta di legno oppure un pendolo.
      Spesso questa singolare tecnica viene utilizzata per la ricerca di oggetti, di filoni minerari o di acqua.
      Nella misurazione di Bovis la Radioestesia è un complemento, definito molto spesso esoterico o paranormale, necessario all’identificazione del giusto grado di bontà dell’elemento in esame; saranno il pendolo o la bacchetta impugnate dal radioestesista a decidere dove fermare il cursore del regolo.
      Oggi, spesso, si usa tralasciare gli strumenti suddetti facendo fede esclusivamente alle sensazioni ed agli istinti dell’individuo che tocca l’oggetto.

      Alcune misurazioni
      Allora, detto ciò, divertiamoci un po’ a sbirciare i valori ottenuti da oggetti, luoghi, situazioni vagliate dalla fine dell’800 ad oggi.
      Carne di maiale, alimenti particolarmente raffinati e non biologici 2.000-4.000 BEU
      cellulari 3.000/4.000 BEU
      Cattedrale di Chartres (Francia), Tibet, India, Egitto - 18.000 BEU
      In alcuni punti precisi delle chiese cristiane, dei templi musulmani e delle moschee - 11.000/12.000 BEU
      In alcune zone con falde acquifere e zone sotterranee geopatologiche (zone malsane) - meno di 6.500 BEU
      Nella stanza del re, nella Piramide di Cheope - 170.000 BEU
      Banane - 4.500 BEU
      Limone - 54.000 BEU
      mela - 6.000 BEU
      L’acqua di Lourdes - 26.000 BEU
      Pozzo di Santa Cristina in Sardegna - man mano che si scende la misurazione arriva a 34.000 BEU

      Ed il Goji?
      La misurazione con il Biometro ha dato un valore pari a 355.000 unità di Bovis!
      Quando si dice un superfrutto…

      Scientificamente e razionalmente parlando non v’è nessuna prova a confutazione di queste misurazioni e teorie, ma è pur vero e dimostrabile che l’uomo e l’universo intero emanano involontariamente energia elettromagnetica che può essere analizzata e studiata se non addirittura modificata.

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    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Goji ed apporto vitaminico" nel blog. 14.09.13

      Le vitamine. Nel lontano 1911…
      E’ il 1911 quando il Professor Kazimierz Funk, biochimico di origini polacche, ma emigrato in America, riesce ad isolare la vitamina B1 o Tiamina dalla crusca.
      Stava cercando una cura per il Beri-Beri, una malattia allora molto frequente in estremo oriente, che causava (e causa) danni al sistema nervoso, cardiovascolare e gastrointestinale quando scoprì come il fattore scatenante di questa patologia fosse proprio la mancanza di una sostanza in grado di convertire il glucosio in energia; la vitamina B1.
      Chiamò questa molecola “vitamina”, prendendo questo termine dal tedesco “vitamin” ammina della vita perché essenziale per essa.

      Perché sono fondamentali?
      Le vitamine sono attivatori enzimatici, sono dei micronutrienti fondamentali che si occupano dell’omeostasi, dell’equilibrio, del buon funzionamento e dell’accrescimento dell’organismo.
      Controllano funzioni fondamentali come: la vista, lo sviluppo immunitario, la formazione di ossa e globuli rossi, la coagulazione del sangue.
      Una loro carenza non è da sottovalutare: malformazioni nei neonati, disabilità, difficoltà di concentrazione ed apprendimento, cecità, ritardi mentali, indebolimento, ma anche stress, peggioramento delle performance sportive e di quelle lavorative e scolastiche, degenerazione precoce dei tessuti e loro deterioramento…
      Questi sono certamente dei buoni motivi per garantire sin dalla più tenera età un giusto apporto vitaminico all’organismo.



      Idrosolubili e liposolubili
      Sono idrosolubili le vitamine B e C che non si accumulano nell’organismo e vanno assunte giorno per giorno con il cibo.
      Sono invece liposolubili le vitamine A, D, E, K che vengono veicolate dai grassi e che si accumulano prevalentemente nel fegato.
      Solo dopo lunghi periodi di digiuno da vitamine lipo si verificheranno dei problemi.

      Dove prendo la mia “dose” quotidiana?
      Le vitamine non sono sintetizzabili chimicamente, ma vengono assunte naturalmente con l’alimentazione.
      E’ da notare come, anche nei paesi occidentali, dove certo il cibo non manca, si faccia sentire il problema della malnutrizione.
      La causa è presto detta: alimentazione irregolare e disordinata, ritmi di vita stressanti e frenetici, scelte alimentari alquanto discutibili, tutto questo nuoce al nostro organismo e lo depriva del quantitativo necessario di vitamine che vanno perciò integrate.

      La vitamina A (Retinolo e retinoidi)
      Liposolubile, fondamentale per la crescita ossea, per la funzionalità visiva.
      Anche i carotenoidi hanno la stessa attività biologica della vit A (detti Provitamine).
      La vitamina A è presente in alimenti di origine animale e, nei vegetali (i carotenoidi danno una caratteristica e riconoscibile colorazione calda ai vegetali che va dal giallo al rosso).


      La vitamina B
      Idrosolubili, meglio considerarle al plurale visto che parliamo di un gruppo vitaminico.
      Sostengono il funzionamento del sistema nervoso, del fegato, del tono muscolare gastro-intestinale, garantiscono la buona salute di cute, capelli, bocca ed occhi, convertono i carboidrati in glucosio, si occupano del metabolismo di grassi e proteine.
      B1 (Tiamina), B2 (Riboflavina o vitamina G), B3 (Niacina o vitamina PP), B5 (acido pantotenico o vitamina w), B6 (Piridossina o vit Y), B8 (Biotina o vit H o I), B9 (acido folico, vit M) e B12 (Cobalamina).
      Pappa reale, germe di grano, polline, fegato… molti gli alimenti in cui ritrovare questo gruppo.

      …e la vitamina C (acido ascorbico)
      Fondamentale; entra in gioco nei processi antiossidanti, anti-infiammatori, anti-allergici, anti-irritanti, immunostimolanti, incoraggia la produzione di collagene (il cemento della nostra cute), migliora tono ed elasticità della pelle, combatte le rughe, lotta contro le patologie stagionali…
      La ritroviamo, come sappiamo ormai tutti, negli agrumi, nelle fragole, nei cavolfiori, nelle patate per citarne alcuni.



      Il Goji e le vitamine
      Le bacche fresche di Goji contengono 148 mg di vitamina C in 100 gr di prodotto, dosi 500 volte superiori a quelle dell’arancia.
      Diamo un’occhiata ai quantitativi vitaminici presenti nel Goji ed alle dosi consigliate dai medici e dai nutrizionisti per garantirci una buona forma fisica e mentale.
      Vit B1 presente nel Goji 0,15-27 mg, dose giornaliera consigliata 1-1,2 mg
      Vit B2 presente nel Goji 1,3 mg, dose giornaliera consigliata 1,2-1,4 mg
      Vit B3 presente nel Goji 4,5-88 mg, dose giornaliera consigliata 13-16 mg
      Vit B5 presente nel Goji 1-1,2 mg, dose giornaliera consigliata 6 mg
      Vit C presente nel Goji 29-148 mg, dose giornaliera consigliata 75-100 mg
      Provit A presente nel Goji 7,4-12,6 mg, dose giornaliera consigliata 2-2,4 mg
      La loro presenza nel Goji è superiore a quella nei cereali integrali e nella frutta secca.

      L’alimentazione quotidiana, purtroppo, oggi non ha la capacità di garantirci la scorta di nutrimenti necessari per il nostro benessere psicofisico nel rispetto della nostra età fisiologica; la fretta, il nostro “vado sempre di corsa”, uno stile di vita scombinato, lo stress non ci aiutano sempre ad apportare al nostro organismo ciò di cui ha bisogno ed il rischio di rimanere in riserva di vitamine (soprattutto in tarda età in quanto la capacità dell’organismo di utilizzare le vitamine va scemando) non è poi così lontano.

      Una manciata di deliziose bacche oppure un sorso di succo possono essere, perciò, un’ottima e gradevole integrazione vitaminica.
      Insomma, niente di più facile per aiutarci a stare bene!

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Goji o per meglio dire Lycium Barbarum L." nel blog. 22.07.13

      Il Goji e la sua famiglia d’appartenenza
      Il Lycium Barbarum è una Solanacea, della famiglia delle Angiosperme Dicotiledoni.
      Troppo complicato?
      Cerchiamo di capire meglio.
      Il termine Angiosperma significa “pianta a seme ricoperto” vale a dire che gli ovuli, i futuri semi, sono racchiusi e protetti dall’ovario, quello che poi diventerà il frutto rosso.
      Quando parliamo di Angiospermi non ci riferiamo ad arbusti di recente acquisizione o scoperta, ma a piante per così dire “anziane” che sono comparse sulla terra ben 135 milioni di anni fa nel periodo Giurassico e che oggi contano più di 250 milioni di esemplari.
      A loro volta gli Angiospermi si suddividono in piante monocotiledoni oppure dicotiledoni come il Goji.
      Quest’ultima classificazione di A. Engler di fine ‘800 è stata, in realtà, messa in discussione da più recenti studi filogenetici, dalla scoperta strabiliante del DNA e da quella degli Amminoacidi che hanno fatto sì che si proponessero sistemi di catalogazione alternativi.

      Ricapitolando: il Goji è un’Angiosperma Dicotiledone…e cioè?

      Quello delle Angiosperme viene considerato lo stadio più avanzato ed elevato nell’evoluzione delle piante in base alla classificazione tutt’ora seguita per comodità del grande botanico Adolf Engler (1844-1930) nel suo “Syllabus der Pflanzenfamilien”.
      Come tutte le dicotiledoni, il Goji è caratterizzato da due foglioline embrionali e nello specifico la sua famiglia di appartenenza più stretta è quella delle Solanacee.

      Solanacee...questo nome non mi è nuovo
      In questo gruppo rientrano specie commestibili, come le patate, le melanzane, i pomodori, i peperoncini ed i peperoni solo per citarne alcuni, piante da cui si ricavano droghe farmaceutiche come la Belladonna (da cui si estrae l’Atropina) ed il Tabacco e piante velenose come la Datura Stramonium dal profumo meraviglioso ed ingannevole utilizzata con finalità ornamentali e medicamentose.
      Come per molte delle Solanacee i frutti del Lycium sono bacche, quelle del Goji sono allungate e di colore rosso brillante e le migliori, quelle apparentemente perfette, vengono addirittura chiamate “red diamonds”.
      I suoi fiori sono delle piccole stelle lilla con foglie lanceolate.



      Il Goji è ermafrodita?!
      La pianta del Lycium (che significa specie) Barbarum (straniera) L. (in cui la L. sta per Linnè, altro grande naturalista, scopritore e classificatore di origini svedesi) è ermafrodita perché presenta sia gli elementi di riproduzione maschile, gli stami, che quelli femminili, i pistilli.
      L’impollinazione avviene grazie al tenace lavoro delle instancabili api e dei Bombi e la riproduzione accade per seme, soprattutto per la presenza di questi nelle feci degli uccelli.

      Altri dati puramente "naturalistici"

      Il Goji è un’arbusto perenne che riesce ad essere sempreverde se la temperatura ambientale non scende mai sotto gli 0°C.
      Può raggiungere un’altezza da 2 fino a 4 metri ed ha lunghi rami ricadenti ed un fusto lungo e sottile che, se non potato, può arrivare a formare dei cespugli davvero inespugnabili.
      Tipico, nelle coste della Gran Bretagna, è l’utilizzo del Goji anche come splendida siepe ornamentale con immenso piacere degli uccelli locali!
      E’ una pianta davvero poco esigente: riesce a crescere su dirupi, rocce e fino ad altitudini di 4000 metri in condizioni atmosferiche pressoché ostili tant’è che la sua zona d’origine è quella della Cina settentrionale, della Mongolia e del Tibet nelle quali le temperature possono oscillare tra i -26°C ed i + 30°C.
      Il Goji presenta, perciò, una naturale propensione alla resistenza ed alla sopravvivenza in condizioni difficili; ciò rende questa pianta estremamente forte e robusta e la arricchisce di polisaccaridi bioattivi e sostanze minerali.



      Una nota ricerca americana ha dimostrato come ci sia un legame direttamente proporzionale tra asprezza del clima e potere antiossidante dei frutti che vi crescono; più il clima è ostile più il frutto trarrà da questo la sua forza per sopravvivere.
      Altro caso simile al Goji è quello dei mirtilli dell’Alaska la cui forza nasce dalle difficoltà e dall'austerità che madre natura pone sul loro cammino.

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "il Goji nutre corpo e spirito" nel blog. 22.06.13


      Shen Nung: il contadino divino

      Il sovrano cinese Shen Nung (che tradotto significa letteralmente “contadino divino”) , considerato il primo classificatore e catalogatore botanico della storia, si occupava del Goji già 2600 anni fa e lo considerava un portentoso medicamento.
      Nel suo trattato medico, il Pen Ts’ao Ching, affermava che “le bacche di Goji nutrono e rinforzano il corpo, donano forza e vitalità, aiutano il flusso dei liquidi corporei, calmano lo spirito e rinforzano e rigenerano la pelle e gli occhi”.
      In un altro scritto di Medicina Cinese ritroviamo anche che “la bacca di Goji è rinfrescante per gli occhi e rischiara lo sguardo”. Un portentoso antinfiammatorio, perciò.

      Il pozzo della giovinezza
      La leggenda vuole che alcuni monaci tibetani si dissetassero bevendo l’acqua di un pozzo in cui da lungo tempo lasciava cadere i suoi frutti rossi un albero dalla chioma fluente davvero speciale e che, proprio grazie a quest’acqua magica, più longeva e serena fu la loro esistenza terrena.
      La loro vita media si aggirava intorno agli 80 anni e non ebbero mai neanche un capello bianco!
      L’albero era proprio quello del Goji.
      Il poeta Liu Yuxi (772-842 d.C.) in un suo componimento tratto dal Ben Cao (la farmacia dell’Imperatore) intitolato “il pozzo della giovinezza” recitava:

      un fresco pozzo era dietro il Tempio del monaco,
      una limpida sorgente alimentava il pozzo e aveva un grande potere,
      foglie verde smeraldo crescevano sui muri,
      le bacche rosso intenso brillavano come il rame,
      i fiorenti rami come bastoni da passeggio,
      la vecchia radice con la forma di un cane augura la buona sorte,
      il Goji nutre corpo e spirito,
      bere dal pozzo e godere di una lunga vita




      L’incredibile Li Chung Yun

      L’erborista e monaco taoista Li Chung Yun (1677-1933) visse ben 256 anni. Il suo segreto?
      Camminava molto alla ricerca di erbe preziose, si alimentava con cibi semplici e amava mangiare ogni giorno, durante le sue lunghe passeggiate, delle magnifiche drupe rosse cadute da un albero spontaneo; l’albero del Lycium Barbarum.
      Riuscì, così, a mantenere un fisico snello ed agile ed uno spirito acuto fino all’ultimo dei suoi giorni.
      Nel compimento del suo 256° compleanno, durante una festa in suo onore, abbandonò i commensali dicendo:
      -In questo mondo ho fatto tutto quanto potevo fare. Adesso ritorno a casa-
      Morì quella sera stessa ed il New York Times ed il London Times dedicarono un trafiletto alla scomparsa di questo straordinario e longevo monaco.

      L’arrivo del Goji in Europa
      Fu il duca scozzese di Argyll a far arrivare in Europa, in Gran Bretagna, il Goji e conscio delle sue qualità e potenzialità decise di “accaparrarsene” anche la scoperta diffondendolo col nome di Duke of Argyll’s Teaplant (albero del thè del duca di Argyll).
      Perché fu chiamato albero del Thè?
      Perché venne portato in Europa su casse di legno originariamente costruite per il thè, ma che ben presto dovettero lasciare il posto anche a questo super-frutto.

      Si potrebbe parlare e narrare ancora per molto perchè la storia e la tradizione ci regalano tantissimi aneddoti e curiosità sul Lycium Barbarum e ci dicono quanto prezioso sia e da quali lontani tempi provenga, ma fermiamoci solo un secondo a riflettere sulla possibilità dataci oggi di apprezzare un frutto millenario.

    • 00052_RM_Susan ha pubblicato l'articolo "Controllo degli sbalzi glicemici e Goji" nel blog. 28.05.13

      Innalzamento e abbassamento della glicemia - come avvengono e cosa provocano

      L’innalzamento della glicemia (iperglicemia), vale a dire la percentuale troppo elevata di zuccheri semplici assorbiti dall’intestino con loro rapido rilascio nel sangue e redistribuzione alle cellule, può certamente essere fonte di squilibri fisici.
      Problematico è anche l’abbassamento della glicemia (ipoglicemia) al di sotto di valori normali con un relativo senso di stanchezza e spossatezza fino a conseguenze ben più gravi.
      Per intenderci, un individuo a digiuno da circa 12 ore avrà un valore glicemico ottimale tra i 70 e 95 mg/100 ml di sangue.
      L’innalzamento garantisce energia all’organismo, ma anche un’immediata secrezione da parte del pancreas dell’ormone insulina che immagazzina calorie sotto forma di grasso, a danno invece dell’ormone glucagone che non riesce, in condizioni patologiche, a portare all’equilibrato consumo degli zuccheri.
      Questi picchi glicemici altrettanto rapidamente scendono ed ecco allora insorgere nuovamente il senso di fame e la richiesta del nostro corpo di altro cibo. Il ciclo alimento/produzione di energia/lavoro sarà allora compromesso.
      La conseguenza di questo saranno accumuli adiposi, obesità, problemi cardiovascolari, ipertensione, innalzamento del colesterolo HDL nel sangue, diabete.

      Controllo della glicemia - Un aiuto dall’alimentazione

      L’alimentazione attuale ha come protagonisti cibi particolarmente lavorati, cotture prolungate, eccesso di carboidrati raffinati e mancanza di fibre, zuccheri semplici invece che complessi che recano con sé un notevole carico glicemico.
      Un aiuto alla dieta quotidiana vede con occhio favorevole l’assunzione di alimenti che tamponino la sensazione di fame impellente ed impediscano la conseguente crescita di peso corporeo, di massa grassa e le patologie da queste derivanti.


      L’indice glicemico - Che cos’è e perché è importante

      L’incremento del livello glicemico nel sangue viene valutato tramite un indice (i.g. Indice Glicemico creato dal dott. Crapo nel 1931) che mette in relazione gli alimenti con un “cibo tipo” quale può essere il glucosio stesso o il pane bianco a cui viene dato un valore di riferimento pari a 100.
      Tale indice valuta la velocità di assorbimento nel sangue dell’alimento considerato.
      In base a questo indice risulta salutare e preferibile un alimento con indice inferiore a 55 e potenzialmente dannoso uno con indice superiore a 55.
      Per chi debba tenere d’occhio gli sbalzi glicemici, conoscere e prendere coscienza dell’I.G. degli alimenti acquistati diventa allora fondamentale.
      Le bacche di Goji, pertanto, hanno un valore 28, estremamente basso.
      Per intenderci: l’alchechenghi comune ha valore i.g. 15, come pure i pinoli, le more hanno valore glicemico 25, il pompelmo 30, la mela 35, uno yogurt 35, l’arancia ha valore 42, la banana ha valore i.g. 45 se verde (60 se matura), l’ananas 45 , un mango fresco 50, kiwi 50, la Nutella 55 le castagne 60, l’uva fresca 65, lo zucchero bianco 70, le fette biscottate 70, i cereali 85 (Special K 70).


      Le bacche di goji aiutano a controllare la curva glicemica


      Il Goji è ricco di un macronutriente importante per il controllo della curva glicemica: il Cromo come oligoelemento.
      Uno studio scientifico americano del 1977 diretto dalla dottoressa Kaufmann ha dimostrato come il Cromo incentivi la sensibilità insulinica ed allontani il rischio cardiovascolare permettendo un migliore controllo della glicemia.
      Il 21% della composizione del Goji è costituita, inoltre, da fibre che rallentano l’assorbimento dei carboidrati.
      Mangiare delle bacche di Goji, in qualunque momento della giornata (secche o fresche a seconda della preferenza) o bere del concentrato liquido aiuta a frenare il senso di fame, a dare forza ed energia ottenendo una piacevole sensazione di sazietà che viene raggiunta con un cibo sano e buono.
      Il Goji pertanto potrà essere assunto come spuntino o come ingrediente in ricette molto sfiziose e divertenti.

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